In una situazione di crisi, l’economia dovrebbe essere ferma. Come è possibile invece che nel mondo da un trentennio a questa parte ci sia una sovraproduzione, con un consumo di materie prime e di prodotti energetici in continua crescita? Ma se l’economia non è bloccata, come è possibile che nel mondo occidentale i cittadini sono sempre più poveri, arrivando a far scomparire la cossiddetta classe media? Ci siamo impoveriti perché è stato creato un sistema giuridico legale definito neoliberalismo che favorisce il passaggio e la concentrazione di attività economiche dalla mano pubblica a quella di grandi società private. L’architettura del sistema neoliberista in cui ci troviamo oggi, è fondato su 4 pietre angolari:
1. la deregolamentazione del sistema bancario centrale, ossia la delega della prerogativa dell’emissione monetaria dagli Stati nazionali al sistema bancario privato. Il peccato originale di questa europa risiede nel fatto che sono state poste le condizioni legislative per delegare la creazione della moneta al sistema bancario privato all’interno dei singoli stati nazionali. Questo processo in Italia è iniziato nel 1981 con il cosiddetto “divorzio” tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, atto con cui veniva tolta la prerogativa della emissione della moneta al soggetto pubblico.
2. La privatizzazione del Patrimonio degli Stati e delle sue principali aziende strategiche, a cominciare dalle Banche di Interesse Nazionale. In Italia le privatizzazioni avvengono a partire dal 1992, con la vendita spesso a condizioni discutibili del patrimonio dello Stato riconducibile alla galassia IRI. L’IRI, da solo valeva il 45% del PIL italiano, senza contare i subfornitori, e con aziende gioiello aveva reso possibile l’ingresso dell’Italia nei G5. Le Banche di Intesse Nazionale, di proprietà statale, erano le principali socie della Banca d’Italia, e una volta privatizzate e passate in parte in mano straniere, ecco che i controllati diventano di fatto i proprietari del controllore, ossia il soggetto che dovrebbe vigilare sul sistema bancario.
3. La deregolamentazione fiscale, ossia la legitimizzazione di pratiche di “triangolazioni” e “transfer-pricing” , e soprattutto di utilizzo di scatole cinesi con “società off-shore” in “paradisi fiscali” per eludere le tasse.
4. La deregolamentazione doganale, ossia demolizione di barriere doganali rendendo i trasporti transoceanici relativamente convenienti grazie a petrolio prelevato da paesi cone metodi non sempre decisamente amichevoli in quelle che vengono definite “missioni di pace“.
5. La diffusione del “pensiero unico“, ossia un’attività continua e incessante di disinformazione e di dissimulazione della realtà, ricorrendo a politici, professori universitari, intellettuali a vario titolo… che semplicemente fasciano i fatti con opinioni che sono a favore del liberalismo stesso.
La strategia dietro le privatizzazioni in Italia. Documento diffuso dall’EIR e dal Movimento Solidarietà il 14 gennaio 1993 Fonte: Movisol