INTEGRAZIONE DELLA PRODUZIONE ALLA DISTRIBUZIONE
Il Gruppo Hera è il quarto operatore nazionale – ed è il secondo tra le local utilities – nel settore della distribuzione e della vendita di gas metano. Nel settore della distribuzione dell’energia elettrico è il quinto operatore nazionale per volumi distribuiti, con un servizio di telelettura contatori al 97%. Il Gruppo opera nel mercato liberalizzato con 10 TWh annui di elettricità venduta. Produce energia grazie ad impianti di Cogenerazione e all’utilizzo di fonti rinnovabili o assimilate.
Azionehera ritiene che la vera sfida per il Gruppo Hera è quella di sapersi trasformare da azienda di distribuzione di energia a società integrata di produzione e distribuzione di energia, con anche il know-how di progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti energetici. La chiave di volta starebbe nel trovare il modo di potenziare il reparto di ricerca e sviluppo in cooperazione con le altre multiutility italiane -come per es. A2A ed IREN- ed i rispettivi poli universitari, per vedere così i propri sforzi moltiplicati esponenzialmente utilizzando lo stesso budget.
In considerazione che circa il 50% dei contratti di Hera in valore sono di natura regolata, ossia contratti con comunità pubbliche (come ad es. ospedali, scuole, municipalità, caserme, ecc.), ecco che in tali contesti tutti i precedenti processi troverebbero immediata applicazione: i clienti ci sarebbero già!
Ecco di seguito alcuni possibili aree di intervento in cui effettuare investimenti in ricerca e sviluppo oggi, possono trasformarsi in una leadership come player internazionale domani.
INVESTIMENTI NEL NUOVO METODO DI GENERAZIONE DI GAS PULITO

Carlo Rubbia: “basta innovabili il futuro è nel ‘rompere’ il metano”. Creare energia dal metano senza produrre l’inquinante CO2: è questa la scommessa del premio Nobel Carlo Rubbia che sta portando avanti negli ultimi anni all’interno dei laboratori del Politecnico di Karlsruhe. I progressi di questa innovativa tecnica sono stati presentati dal fisico e senatore a vita in occasione della conferenza ‘Energia per oggi e domani‘ all’Accademia Nazionale dei Lincei. “Abbiamo sviluppato in Germania una nuova tecnologia per produrre energia da fonti fossili senza emissione di CO2Si tratta di un metodo in grado di ‘spaccare’ il metano, detto methan cracking, dividendolo in carbonio e idrogeno. Dall’idrogeno a quel punto è possibile produrre energia senza liberare anidride carbonica mentre il carbonio ‘scartato’ può essere usato per altri scopi”. Il nuovo metodo messo a punto nei laboratori tedeschi potrebbe quindi rappresentare una valida alternativa di produzione di energia pulita ai più costosi metodi da fonti rinnovabili. Secondo il fisico italiano, la scelta dell’Europa di investire tutto sullo sviluppo delle rinnovabili rischia di tagliarla fuori. “Gli Usa, e molte altre nazioni, stanno spostando i loro sforzi – ha spiegato Rubbia – nello sfruttamento del gas naturale i cui costi di estrazione sono stati abbattuti da nuove tecniche. Questo garantisce una nuova era di ‘abbondanza’ dove però sarà necessario trovare nuovi metodi per abbattere la CO2”. Una possibile strada potrebbe quindi arrivare dalla possibilità di ‘rompere’ il metano e il prossimo passo, ha aggiunto Rubbia, sarà quello di passare allo sviluppo applicativo.» Fonte: Ansa.it

INVESTIRE NEL METODO DI FUSIONE FREDDA DELL'ING. ROSSI

Uno stesso discorso potrebbe essere fatto per l’energia da fusione fredda con il metodo brevettato dall’Ing. Andrea Rossi, che è dovuto emigrare negli Stati Uniti per vedere finanziate le proprie ricerche per la tecnologia ” E-cat “, ossia il processo in grado di generare una reazione nucleare controllata a scopi di produzione energetica.  In China è in pista un tram funzionante ad idrogeno.

INVESTIRE NEL METODO DI COGENERAZIONE TIPO TOTEM

«Il TOTEM acronimo di Total Energy Module è il primo esempio di cogeneratore ideato e brevettato in Italia nel 1977 dall’ing. Mario Palazzetti, presso il Centro Ricerche Fiat e sviluppato in Fiat Auto dal Progetto TOTEM diretto dal Dr. F. Dal Bo, sotto la direzione tecnica dell’ing. Francesco Paolo Ausiello.  Scopo del progetto era quello di ottenere un apparato in grado di generare calore ed energia elettrica ottimizzando il rendimento. Utilizzava il motore di una 127, di 903 cm³, modificato per funzionare a gas o biogas. Il motore azionava un alternatore di 15 kW che forniva all’utenza l’energia elettrica. Il calore generato dal motore, solitamente disperso mediante i gas di scarico ed il corpo del motore stesso, veniva invece utilizzato per scaldare l’acqua usata poi per il riscaldamento degli ambienti e per usi sanitari. L’accurata progettazione consentiva un recupero del 90% dell’energia introdotta con il combustibile e la sua modularità consentiva l’installazione di molteplici unità controllate elettronicamente.» Fonte: Wikipedia