SINTESI DELLA VISITA ALL'IMPIANTO AKRON

Fonte: Recyclind

Venerdì 30 Gennaio 2015 un gruppo di piccoli azionisti e amici di Azionehera si è recato in visita agli impianti di trattamento dei rifiuti di Via del Frullo nel Comune di Granarolo. Scopo della visita era vedere dal vivo il funzionamento dei due impianti, e comprendere meglio sia le caratteristiche tecniche che implicazioni economiche dei due metodi di trattamento. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al fondamentale concorso del Sig. Forte Clò, membro del CdA di Hera Spa, che ha richiesto e ricevuto la disponibilità da parte dei vertici aziendali.  La visita della durata di oltre 2 ore ha avuto luogo presso l’impianto Akron di trattamento meccanico biologico, e poi presso il contiguo termovalorizzatore Frullo Energia Ambiente (FEA). Con il Consigliere Clò alla guida, il gruppo di 15 persone è stato accolto dal responsabile di stabilimento Ing. Daniele Ceccantini che ha offerto una presentazione di inquadramento del settore rifiuti in relazione alla “raccolta differenziata” nella ns. macro-regione, dell’attività di Akron articolata nei suoi 7 impianti, e del ruolo dell’impianto Akron del Frullo nello specifico. La visita all’impianto è stata vivacizzata anche dalla cordiale presenza del Sindaco di Granarolo Dr.ssa Daniela Lo Conte, che avendo raccolto con grande cortesia l’invito del coordinatore di AzioneHera Dr. Enrico Nannetti, ha testimoniato l’attenzione da parte dell’amministrazione locale alle associazioni di cittadini che si interessano ai temi dell’ambiente, indicando le linee di politica ambientale perseguite sul territorio. Nel seguente video sono sintetizzate le caratteristiche di funzionamento dell’impianto, già esposte da amministratori durante l’inaugurazione nella primavera del 2014.
Dopo aver percorso e sostato in tutte le stazioni di processo -presso cui il responsabile ci ha descritto con chiarezza e nel dettaglio tutte le singole fasi del ciclo di trattamento, fornendo sempre risposte puntuali e complete ai vari quesiti posti-, siamo tornati al punto di incontro iniziale. Qui dopo aver doverosamente ringraziato e salutato l’Ing. Ceccantini, oltre che il Signor Sindaco di Granarolo, siamo stati accolti dall’Ing. Paolo Cecchin che ci ha scortato all’interno dell’impianto di termovalorizzazione. Prima di entrare nella sala per la presentazione dell’impianto FEA, ci è stato gentilmente offerto un momento di ristoro con caffè e altro, molto gradito e apprezzato da tutti anche per il fatto che le lavorazioni appena viste si svolgono per lo più all’aperto, e la giornata era di pieno inverno.

SINTESI DELLA VISITA ALL'IMPIANTO FEA

Fonte: Gruppo Hera

La visita al termovalorizzatore comincia con una presentazione di inquadramento generale del sistema di gestione dei rifiuti di Herambiente da parte dell’Ing. Cecchin, che attraverso un flusso di dati e schede di sintesi, ci fornisce gli elementi per acquisire la consapevolezza della vastità delle quantità e qualità di rifiuti generati e trattati sui territori di riferimento, in particolare dagli impianti di termovalorizzazione del Gruppo Hera. Nel mentre abbiamo la gradita sorpresa di ricevere la visita dell’Avv. Lorenzo Minganti, Sindaco di Minerbio, che molto cortesemente ha raccolto l’invito a partecipare rivolto da Azionehera. La sua presenza è stata molto attesa sia per il suo ruolo di amministratore di un territorio la cui estensione è prossima all’impianto, sia per l’aver ricevuto l’importante delega all’ambiente in qualità di consigliere della Città metropolitana di Bologna.  Prima di spostarci fisicamente nelle varie stazioni di processo che compongono l‘impianto di incenerimento con recupero energetico e di calore, all’Ing. Cecchin vengono rivolti alcuni quesiti dai presenti in merito alle emissioni prodotte dall’impianto, con riferimento ai sistemi di controllo sulle diossine e furani che si sprigionano durante la combustione di materiali di origine sintetica e clorata come le plastiche degli imballaggi. Viene spiegato che attualmente i sistemi di filtrazione in uso mantengono le emissioni di particolato nocivo in atmosfera abbondantemente sotto i limiti consentiti dalla legislazione. A sostegno dell’efficiente tecnica di filtrazione svolta dall’impianto FEA interviene con un convinto contributo il Sindaco Minganti, evidenziando come le emissioni sono continuamente monitorate in linea e costantemente verificate dall’Arpa, e come secondo lo studio Moniter commissionato dalla Regione E-R non si sono rilevate correlazioni dirette tra le emissioni generate da tali impianti e patologie generate sulla popolazione e nell’ambiente. In pratica il legsilatore ha dato autorizzazione all’attività dei termovalorizzatori per il fatto che:
– ad oggi pare che non siano state rilevate patologie e alterazioni ambientali direttamente riconducibili alla loro attività;
– ad oggi i limiti in emissione sono sempre stati abbondantemente al di sotto dei limiti imposti dalla normativa vigente;
– ad oggi i livelli di emissioni inquinanti prodotti da tali impianti, sono paragonabili al altri impianti di uso comune (ad es. centrali termiche, traffico da veicoli a motore, ecc.), per i quali facendo una analisi costo beneficio, hanno comunque una utilità per la collettività per certi versi oggi difficilmente rinunciabile.
Nannetti fa notare che il particolato tossico originato durante la combustione della plastica che viene trattenuto e filtrato, se da un lato si rileva che non esca in etmosfera in quantità rilevanti, dall’altro lato rimane il fatto che viene comunque prodotto, raccogliendosi con maggiore concentrazione nella stazione di processo dei setti filtranti con elementi in vanadio. Tali elementi sono comunque da manipolare al momento della manutenzione ordinaria e della ciclica sostituzione straordinaria, e il particolato tossico raccolto resta comunque da manipolare, gestire e smaltire da parte di personale specializzato. L’impegno dell’azienda per il mantenimento in perfetta efficienza dei filtri e dei setti si presume sia ragguardevole in termini di costi. Per questo chiede all’Ing. Cecchin, che al consigliere Clò e allo stesso Minganti, se dal loro punto di vista non possa essere proficuo provare ad immettere sempre meno plastica possibile nell’inceneritore, sostituendola come materiali di scarto della filiera agricola, e dagli stessi sfalci vegetali pre-macinati. Introducendo un sistema di pre-essicazione per introdure i rifiuti all’interno della camera di combustione già asciutti, si potrebbe così compensare la riduzione di resa di potere colorifico nella camera di combustione derivante dall’assenza della plastica. Con questa modalità di bio-alimentazione dei termovalorizzatori si avrebbe un triplice beneficio:
1. aumenterebbe la plastica da riciclare e commercializzare;
2. diminuirebbero fortemente le sostanze tossiche prodotte nel processo e poi da trattare;
3. diminuirebbero fortemente i relativi costi di filtrazione, trattamento e depurazione.
Il consigliere Sig. Clò considera la proposta fattibile in presenza di una situazione dell’industria del packaging e degli imballaggi ripensata in chiave ecologica rispetto all’attuale. Evidenzia come occorra una riprogettazione dei prodotti volta a limitarne il consumo, ad efficientarne l’architettura dell’imballo, limitando anche tipologia di materiali plastici utilizzati a pochi polimeri, in modo da aumentarne la riciclabilità. La politica dovrebbe incentivare con leggi il sistema del “vuoto a rendere“, ed introdurre delle forme di tassazione sugli imballaggi seguendo il priincipio “chi inquina, paga“. Nelle sue parole appare una grande conoscenza del settore ambiente e dei rifiuti della nostra regione, ed evidente cognizione di causa, essendo stato lui tra l’altro l’assessore all’ambiente della Provincia di Bologna che avendo consentito un iter di approvazione particolarmente celere, si consentì di intercettare dei fondi pubblici utili al completo rinnovamento dell’impianto tra il 2001 e il 2004, oggetto della visita odierna. Dal ragionamento esposto emerge una lacuna normativa da parte della politica, che appare in ritardo rispetto alle proposte con soluzioni tecniche che già oggi sarebbero realizzabili e fattibili.
Dalla saletta di presentazione, dove i responsabili Hera e l’amministratore hanno risposto puntualmente e in modo chiaro ed esauriente alla raffica di quesiti, siamo poi passati fisicamente nelle stazioni di processo dell’impianto, per vederne da vicino il funzionamento in tute le fasi. Al termine, tutti hanno apprezzato e ringraziato per la disponibilità e cortesia i responsabili, dimostrando soddisfazione per l’interessante escursione.

1. CONSAPEVOLEZZA DELLA COMPLESSITA' DELL'ATTIVITA'

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La visita è stata molto utile in quanto ha permesso di pervenire ad alcune considerazioni di fondo relative al mondo dei rifiuti, e in particolare di quelli gestiti da Hera Spa.Fondamentalmente la la gestione dei rifiuti nel nostro territorio prevede una organizzazione di personale, mezzi e dotazione impiantistica gigantesca, finalizzata ad assicurare ogni giorno ad un bacino di milioni di abitanti un livello di servizio adeguato,  e proporzionato alle tariffe. Hera Spa dimostra una capacità organizzativa obiettivamente di altissimo livello, considerando che la zona in cui opera è una delle più produttive del pianeta, e come tale una con maggiore produzioni di emissioni e rifiuti. In questo contesto va ricordata la percentuale di tipologia di rifiuti, per cui mediamente in Italia l’80% dei rifiuti trattati sono Rifiuti Speciali (RS), ossia derivanti da attività produttiva (di cui un 2-3% ospedalieri), mentre le tipologie di Rifiuti Solidi Urbani (RSU), il pattume di casa, conta per circa un 20%. Se per le aziende è più facile pensare ad una raccolta differenziata per ragioni di spazio, nelle grandi città con aree densamente abitate è davvero gravoso considerare un discorso di raccolta differenziata, più adatta nei piccoli Comuni a minor tasso di urbanizzazione. Quindi si può dire che la differenziata è sacrosanto farla, ma dove effettivamente è possibile: dove non è possibile, sarebbe più logico che fosse il gestore a farla a valle, potenziando gli impianti di selezione meccanica automatizzata a scansione ottica, permettendo così di utilizzare diffusamente il cassonetto dell’indifferenziata, e poi separare i materiali in stabilimento con maggiore efficienza di quanto non fatto dai cittadini.

2. QUALE E' IL COMPITO DEI POLITICI AMMINISTRATORI

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Se i principali obiettivi del Piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) sono quelli di ridurre la produzione pro-capite di rifiuti urbani del 25%, raggiungere il 70% di raccolta differenziata, riciclare il 60% dei rifiuti prodotti, dare priorità al recupero di materia rispetto al recupero di energia, garantire l’autosufficienza in ambito regionale e minimizzare lo smaltimento, a partire dal conferimento in discarica, appare chiaro come l’indicazione del legislatore sia quella di seguire la via che porti ad una “società post-incenerimento“. Per consentire che questi obiettivi si realizzino nella realtà concreta quotidiana senza rimanere dei desiderata, occorre però che i politici integrino le norme vigenti con ulteriori norme tattiche che ne realizzinino le precondizioni operative, come per esempio:
A. si limiti a solo tre/quattro tipologie di polimeri il materiale con cui possono essere realizzati gli imballaggi di plastica sintetica;
B. si introducano delle eco-tasse sugli imballaggi realizzati con polimeri di plastiche sintetiche primarie;
C. si privilegino con sgravi e altri incentivi gli imballaggi realizzati con plastiche secondarie;
D. si privilegino con sgravi ed altri incentivi gli imballaggi realizzati con materiali di origine vegetale o comunque biodegradabili;
E. si crei un fondo ambientale pubblico destinato al gestore che possa compensare il maggior costo a tonnellata del trattamento meccanico biologico rispetto all’incenerimento, in funzione delle attuali tariffe.
F. si imponga un limite percentuale tra quantitativo di materie plastiche sintetiche immesse negli inceneritori sulla percentuale totale dei rifiuti introdotto: il concetto è quello di limitare per quanto più possibile l’introduzione di plastica nell’inceneritore, e lasciare che venga bruciato tutto il resto.

3. QUALE' E' IL COMPITO DEI CITTADINI
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Fintanto che la politica non torna a fare il suo mestiere, rovesciando l’attuale pensiero neoliberista che prevede una priorità dei big players dell’economia sulla politica, ai cittadini pare che non resta che attendere che gli attuali impianti di incenerimento costruiti nei decenni precedenti siano ammortizzati dai gestori, i quali hanno goduto di forti contributi pubblici essendo allora considerati impianti assimilati alle fonti rinnovalbili. Cosa può fare un cittadino per cambiare tipo di politica ambientale in senso più ecologista? Il cittadino utente ha comunque una serie di possibilità:
G. prendersi la briga di andarsi a leggere bene il programma politico di ciascun partito, e votare per quello che garantisce l’introduzione di quelle leggi che attuano in concreto i principi cooperativi tradizionali in materia di gestione dell’ambiente, e che facilitano tutte le iniziative imprenditoriali in chiave “green“. Ciò essendo anche disposto ad accettare un incremento sulla tariffa, per l’impiego delle migliori tecnologie disponibili che in questo caso consitono nel trattamento meccanico biologico con linee di selettori ottici automatizzati.
H. Acquistare delle azioni delle società partecipate come Hera spa, e presentare le proprie istanze, nella sede dove si ha titolo per farlo, ossia l’assemblea dei soci.
I. Supportare in modo diretto ed indiretto l’attività di quelle aziende locali che individuano dei processi produttivi rivoluzionari in grado di convertire la produzione in chiave “green“- Tra queste si segnalano:
– la società Plastic Sort Srl  di Imola, che come cita il sito “Nell’ottica di creare un sistema di separazione per tutti i tipi di rifiuti, il nostro obiettivo è quello di contribuire alla riduzione del numero di contenitori per l’immondizia: presto ne servirà uno per il “rifiuto” umido biodegradabile e uno per tutti gli altri materiali (Metalli, plastiche, carta, vetro,ecc).”  Come indicato dall’Ing. Stefano Cassani, fondatore di Plastic Sort, la differenziata può essere fatta a valle dagli impianti del gestore con solo due cassonetti, semplificando tantissimo la vita sia per i cittadini che per i Sindaci dei Comuni.
– la società la società Bio-On di Minerbio, che ha sviluppato un brevetto per produrre la plastica a partire dalla barbabietola. Come spiegato dal fondatore Dr. Marco Astorri, si tratta di “una multinazionale nelle sue fasi iniziali...”.
– la ricerca svolta da Carlo Rubbia per “rompere il metano” e produrre energia pulita. Come dice Rubbia: “Si tratta di un metodo in grado di ‘spaccare’ il metano, detto methan cracking, dividendolo in carbonio e idrogeno. Dall’idrogeno a quel punto è possibile produrre energia senza liberare anidride carbonica mentre il carbonio ‘scartato’ può essere usato per altri scopi.” Questa tecnologia dovrebbe essere riprodotta dai lavoratori di ricerca & sviluppo di Hera Spa del centro ricerche di Forlì.

IL PENSIERO DI AZIONEHERA SUL TEMA DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

Azionehera valuta l’atteggiamento di Hera Spa molto positivamente, in quanto anche nella circostanza della visita si è avuta la dimostrazione concreta che l’azienda offre una serie di leve agli stakeholder che permette di far conoscere la propria attività con disponibilità e trasparenza. L’accoglienza e la condivisione dei dati e la discussione delle termatiche da parte dei responsabili Hera e degli amministratori dei territori su cui viene svolta l’attività, è stato molto apprezzato dai 15 partecipanti alla visita, che alla fine hanno ringraziato con animo grato il consigliere Clò, l’Ing. Ceccantini, l’Ing. Cecchin, il responsabile della sala di controllo dell’impianto FEA, i Sindaci Daniela Lo Conte e Lorenzo Minganti  e ovviamente i vertici dell’azienda che hanno accordato la visita. Il vedere da vicino la maestosità degli impianti, l’andirivieni continuo di camion e bilici conferenti tonnellate di materiale, fa comprendere meglio due aspetti:

da un lato l’efficienza organizzativa della struttura Hera: i soldi delle bollette dei rifiuti sono spesi bene, e questo dobbiamo dare atto ai manager dell’azienda.
– dall’altro lato occorre aver chiaro come nella gestione delle pubbliche utilità sia fondamentale comprendere i ruoli di ciascun attore: il gestore del servizio rifiuti ha il compito di rispettare le norme esistenti in materia, di rispettare gli standard qualitativi previsti dai parametri di legge, e di garantire l’erogazione del servizio in condizioni di economicità. Il gestore non ha competenze in materia di sanità, né il compito di fare valutazioni su “potenziali rischi”, compito che invece spetta ai politici nei partiti che sono al governo dei nostri Comuni.
I politici sono eletti da noi cittadini utenti dietro un programma elettorale su cui eseguono il proprio mandato, che è a monte della gestione delle multiutility come Hera Spa. Il cittadino utente delle multiutility ha il dovere civico di imparare a leggere e a capire i contenuti del programma di mandato del rappresentante politico per cui vota, e regolarsi di conseguenza. Se il cittadino intende premiare una attitudine “green“, dovrà sostenere quei partiti politici che nei loro programmi ci sono indicati nello specifico come realizzare nel concreto questa attitudine, e premiarli col voto.