CONVOCAZIONE

Assemblea del 26 aprile 2018

I Signori Azionisti sono convocati in Assemblea Ordinaria presso la sede di Hera S.p.A. – Viale C. Berti Pichat n. 2/4, Bologna, presso “Spazio Hera”, per il giorno 26 aprile 2018 alle ore 10.00 in unica convocazione per trattare e deliberare sul seguente:
Ordine del Giorno

1. Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2017, Relazione sulla Gestione, proposta di ripartizione dell’utile e relazione del Collegio Sindacale e della Società di revisione: delibere inerenti e conseguenti. Presentazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2017. Presentazione del Bilancio di Sostenibilità – Dichiarazione consolidata non finanziaria redatta ai sensi del D.Lgs. n. 254/2016.

2. Presentazione della relazione sul governo societario e deliberazione non vincolante in merito alla politica di remunerazione.

3. Rinnovo autorizzazione all’acquisto di azioni proprie e modalità di disposizione delle medesime: delibere inerenti e conseguenti. 4. Nomina di un componente il Consiglio di Amministrazione. Il testo integrale delle proposte di deliberazione, unitamente alle relazioni illustrative, e i documenti che saranno sottoposti all’Assemblea sono messi a disposizione del pubblico presso la sede sociale e sul sito internet della Società (www.gruppohera.it), nonché sul sito di stoccaggio autorizzato 1Info (www.1Info.it) entro il termine di legge previsto per ciascuna delle materie oggetto di trattazione.

INTERVENTO AL PUNTO N.1 ALL' O.D.G.

Ordine del Giorno 1. Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2017, Relazione sulla Gestione, proposta di ripartizione dell’utile e relazione del Collegio Sindacale e della Società di revisione: delibere inerenti e conseguenti. Presentazione del bilancio consolidato al 31 dicembre 2017. Presentazione del Bilancio di Sostenibilità – Dichiarazione consolidata non finanziaria redatta ai sensi del D.Lgs. n. 254/2016.

Intervento dell’azionista Nannetti Enrico

Grazie Presidente, Buongiorno Vorrei condividere alcune osservazioni come risparmiatore ma anche come utente e cittadino. Utente, in quanto Hera si occupa di noi 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, e dunque se noi almeno un paio di volte all’anno ci occupiamo di Hera per conoscere meglio la sua attività, credo che non si faccia nulla di male. Come cittadino, visto che sono presenti in sala numerosissimi amministratori pubblici, si coglie l’occasione per avere un momento di confronto sul tema dell’ambiente e dei servizi ai cittadini.

Come per le scorse Assemblee ritengo che questo primo punto all’ O.D.G. contenga in realtà due questioni che andrebbero trattate in modo disgiunto.
Si presenta una relazione sull’attività ordinaria dell’Azienda… e quindi il giudizio su questo non può che essere positivo, visto che -almeno dal di fuori – si ha la sensazione di avere a che fare con un’azienda efficiente, ossia che esegue in tempi rapidi quanto la Direzione dispone.

Poi simultaneamente si richiede una deliberazione in merito alla proposta di distribuzione degli utili.
A questo secondo e ben distinto tema non sono favorevole in quanto ritengo sia più prudente utilizzare l’utile generato in parte per rimborsare il debito, e in parte per reinvestirlo nel ciclo produttivo. Ciò per il fatto che da un lato ritengo che il debito continui ad essere imponente, duemilacinquecento e passa milioni di euro, e che vada ridotto… e dall’altro lato ritengo che occorra continuare nel percorso di crescita verticale, per competenza, già iniziato con l’acquisizione di Aliplast.

Stiamo andando verso un Mondo caratterizzato sempre maggiormente da “Più Stato e Meno Mercato“. Questo lo si vede a livello globale dove le economie in salute ed espansione sono quelle con un modello di Stato Imprenditore come la Cina e la Russia, con una industria portante con aziende strategiche di proprietà del Fondo Sovrano che emette moneta sovrana e non presa in prestito dal sistema bancario privato (n.d.r. come funzionava in Italia  con l’I.R.I. e le Banche di Interesse Nazionale socie della Banca d’Italia prima della stagione delle privatizzazioni del 1992)… e a livello di Paese dove le forze politiche uscite vittoriose dalla competizione elettorali, sono quelle fautrici di una difesa dell’interesse nazionale, con una politica industriale avente come finalità l’interesse collettivo del Sistema Paese.
“Più Stato e meno Mercato” comporta che per es. nel programma della Lega Nord si prevede di ridurre del 50% la tassa sui rifiuti entro il 2020 (n.d.r. vedi Programma Elettorale, Gestione Rifiuti pag. 36 di 74).

I margini della semplice attività di distribuzione delle pubbliche utilità saranno sempre più ridotti all’osso, per cui sostengo con decisione che sarebbe opportuno continuare il percorso di crescita per competenza, fornendo a Hera una seconda anima con un secondo mestiere come impresa di produzione, in Italia che all’estero, per es. dei seguenti settori manifatturieri:
– progettazione e installazione di impianti di produzione di gas rinnovabile;
– progettazione e installazione di impianti di produzione di energia idroelettrica ed eolica con la innovativa tecnologia a lama priva di rotore;
– progettazione e installazione di impianti di trattamento di rifiuti ospedalieri in situ;
– progettazione e installazione di impianti di selezione meccanica automatica dei rifiuti.

In conclusione: bene la gestione ordinaria, c’è piena fiducia nella Direzione. No alla distribuzione degli utili, perché ritengo sia meglio stringere la cinghia, non per masochismo ma perché personalmente sono convinto che sia più vantaggioso puntare ad un ritorno del capitale investito come capital gain reinvestendo gli utili in parte nel rimborso del debito e in parte nel processo di crescita per competenza. (N.d.r. personalmente ho acquistato le azioni una decina di anni fa ad un valore di 2,4 euro pa, ed al valore odierno di 3,10 euro ho già realizzato un incremento del 25% in valore, nonostante le passate distribuzioni di dividendi per circa 100 mln l’anno e il pagamento di interessi per circa 70-80 mln l’anno. Sono convinto che riducendo il debito, riducendo la distribuzione dei dividendi e investendo in capex per potenziare l’anima di impresa manifatturiera, il valore delle azioni possa incrementare facendo fruttare il risparmio in modo più vantaggioso).

VOTO: CONTRARIO al Punto N.1 dell’O.D.G.

Grazie dell’attenzione e buon proseguo di lavoro.

INTERVENTO AL PUNTO N.2 ALL' O.D.G.

Punto N.2 dell’Ordine del Giorno

Presentazione della relazione sul governo societario e deliberazione non vincolante in merito alla politica di remunerazione.

Intervento dell’azionista Nannetti Enrico

Grazie Presidente, mi prendo alcuni secondi per replicare alla sua osservazione in cui ravvisava una carenza di conoscenza da parte del sottoscritto rispetto agli investimenti della società in dotazione impiantistica, ed in particolare rispetto la presenza di impianti di selezione meccanica automatizzata nel Gruppo. Ci tengo a rimarcare che ho piena ed aggiornata conoscenza del parco impianti dislocati nei vari stabilimenti, che tra l’altro è oggetto di costante analisi comparata con quella di competitor nazionali ed internazionali quali la lombarda A2A, l’italiana Snam e l’americana Waste Management, a partire dai rispettivi siti aziendali. In particolare per gli impianti di selezione meccanica del Gruppo Hera posso dire di avere visto in funzione i macchinari Stadler presso la sede di Herambiente di Via del Frullo, durante la visita organizzata dall’Associazione dei piccoli azionisti del Gruppo Hera, in breve Azionehera, che coordino dal 2011 (n.d.r. colgo l’occasione per rinnovare il ringraziamento per l’accoglienza alla Direzione e ai dirigenti dello stabilimento e alle maestranze tutte che ci hanno guidato durante la visita, oltre che l’allora di Amministrazione Consigliere Forte Clò, i Sindaci di Granarolo Daniela Lo Conte di Minerbio Lorenzo Minganti, che si sono resi disponibili anche per rispondere alle domande dei piccoli azionisti presenti).

Quindi nessuno si permette di sostenere che non si fanno investimenti: si ha perfetta consapevolezza che vengono effettuati e che come ha detto Lei “non abbiamo tirato indietro la manina” … il nocciolo della questione è quantoossia il livello quantitativo degli investimenti che varia nella sostanza in che percentuale sul fatturato sono fatti da 0 a 100.

[Constato che fatto 100 il contenuto di 100 camion della plastica differenziata, circa il 50% è utilizzato per reale riciclo dando una seconda vita alla plastica… ma il restante circa 50% ad oggi viene triturato sotto forma di CDR Combuistibile da Rifiuto e viene bruciato negli inceneritori. Quando viene sbandierato che “noi recuperiamo oltre il 94% della differenziata“, non si specifica che la parola “recupero” non corrisponda ad una fattispecie giuridica… ma è solo un termine in uso che dissimula il fatto che una parte viene utilizzata per il riciclo e una parte viene incenerita. Il vantaggio di puntare su impianti di selezione automatica che separano in modo efficiente i rifiuti è duplice:

  1. col cassonetto unico si semplifica la vita ai cittadini: la differenziata la fa il gestore a valle, e al cittadino viene semplicicata di molto la vita. Non tutti soprattutto nelle grandi città hanno lo spazio e la voglia di tenersi in casa una settimana i rifiuti. L’americana Waste Management -azienda storica con un fatturato di circa 15 miliardi di dollari- da anni ha scelto la strada del cassonetto unico indifferenziato, e facendo lei la selezione con linee di produzione. Queste non sono completamente automatizzatesia per limitare i costi energetici, sia per favorire l’occupazione è sempre prevista una adeguata presenza di manodopera.
  2. non bruciando la plastica si beneficia l’ambiente: se la plastica viene riciclata con maggiore effcienza, ecco che rimane molto meno scarto misto non riciclabile da avviare all’inceneritore. Si ricorda che “bruciare la plastica rimane una follia“: si formano delle diossine e furani e altre emissioni nocive che in parte sono filtrate e non vanno in atmosfera tra le ceneri, ma comunque si formano e rimangono nel circuito dell’impianto di filtrazione (nelle maniche dei filtri in poliestere, nelle maglie metalliche dei filtri al vanadio e nelle acque reflue delle torri di lavaggio) e sparse tra le loppe d’altoforno.  Gli inquinanti prodotti bruciando la plastica non svaniscono nel nulla! Anzi, spesso le loppe contenenti sostenze inquinanti finiscono come componenti negli agglomerati cementizi e bituminosi nelle strade, che nei periodi estivi magari vengono rilasciate in atmosfera senza che nessuno abbia ancora regolato questo ciclo, e che poi ci respiriamo.

Quindi il tema è che se si potenziano gli impianti, reinvestendo gli utili, probabilmente la percentuale di reale riciclo, ora ferma a circa la metà, potrebbe aumentare. Questo vale per gli impianti di selezione meccanica per la plastica, per la carta, ma anche per gli impianti di depurazione dell’acqua, per gli invasi di riserva idrica per fronteggiare la siccità, per spurgare le canalizzazioni fognarie… per tutti quegli interveniti di manutenzione ordinaria e straordinaria, che li fai se reinvesti gli utili. Se si pagano 200 mln all’anno tra interessi alle banche e dividendi anziché reinvestirli in autofinanziamento, poi è evidente che queste cose si possono fare in misura molto più limitata….]*

Queste considerazioni tra parentesi [   ] le aggiungo qui in questo “Verbale online” ad uso di coloro tra quei 20.900 azionisti che non sono intervenuti perché al lavoro o a casa possono avere conoscenza delle mie argomentazioni… visto che fisicamente in Assemblea non vi è il tempo materiale per argomentare a pieno un O.D.G. , ricevere la cortese risposta dal Tavolo della Presidenza e tornare a controbattere… per ragioni di tempo ed organizzative. Ritengo surreale che una Assemblea possa esprimersi sull’attività dell’anno passato e di quella in programma nel Piano Industriale per un’azienda che fattura oltre 5 miliardi di euro, con 8.500 dipendenti, su n.4 linee di business… in un paio d’ore, riservando 10 min per intervento del singolo azionista. Per questo come coordinatore di Azionehera ho personalmente promosso una nuova modalità di svolgimento dei lavori assembleari, che ho descritto nell’Azione 6: Sovranità.

Sul Governo Societario, vorrei dire alcune cose, visto che si compone di tre leve che interagiscono tra loro e che sono Strategia, Mercato e Persone.

Per la Strategia, ribadisco il fatto come Hera debba proseguire il percorso di crescita per competenza già iniziato con l’acquisizione di Aliplast, costruendo una competenza tecnica nella filiera: quindi affiancando al mestiere di azienda di intermediazione e distribuzione commerciale di beni e servizi, quello di impresa di produzione con attività a capo della catena del valore aggiunto, rivendibili sia in Italia che all’estero.

Per il Mercato, riconoscere che è cambiato, e che in una ottica presente di “Più Stato e Meno Mercato” si può pensare ad una logica cooperativa tra multiutilities come A2A, ACEA, IREN ed HERA, che avendo tutte lo stesso proprietario di maggioranza relativa, il soggetto pubblico, si possono alleare creando economie di scala a costo zero di fatto centralizzando gli uffici acquisti, i sistemi informatici, la ricerca e sviluppo. Quindi passare da una logica competitiva a farsi una guerra di prezzo tra utenti, ad una logica cooperativa volta a creare una maggiore dimensione pur mantenendo un ambito territoriale ottimale ciascuna nel proprio territorio di riferimento, mantenendo così ciascuna una propria identità.

Per le Persone, si tratta di richiedere ai rappresentanti della proprietà, ossia ai Sindaci, di dare una mano alla Direzione partecipando attivamente alle decisioni di politica industriale sia dentro l’Azienda, fornendo delle Linee Guida che vanno rivolte all’interesse collettivo… sia dall’esterno dell’Azienda, in sede di ANCI Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, di Utilitalia, e di Governo, per fare succedere la più grande delle innovazioni oggi possibile: ossia la restituzione allo Stato della prerogativa della emissione di moneta. Oggi all’interno della del quadro normativo esistente e senza porsi in contrasto con la normativa dell’Eurozona, è possibile da parte dello Stato emettere quella liquidità monetaria di cui oggi il sistema è carente per fare servizi ed infrastrutture di pubblica utilità.
[N.d.r. Azionehera è socio fondatore dell’Associazione Moneta Positiva, un network europeo che ha studiato a fondo gli statuti della Banca Centrale Europea, di Bankitalia, del Regolamento sul Funzionamento dei Trattati Comunitari. Con ragionevole certezza, dopo anni di studio e di confronti pubblici svolti da un gruppo di lavoro capitanato dall’ Ing. Fabio Conditi, è emerso come gli strumenti monetari che – parallelamente all’euro e non in contrasto con la sua disciplina giuridica- possono essere emessi dallo Stato a corso legale (ossia riconosciuti validi poiché utilizzabili per pagare le tasse) sono i seguenti:
1. SIRE ossia Certificati di Credito Fiscale.
2. Biglietti di Stato a corso legale, ossia banconote come quelle delle 500 Lire del mercurio alato, emessi dalla Repubblica Italiana.
3. Monete da 5, 10 e 20 euro, dal momento che l’euro non è una moneta unica ma ogni Stato europeo emette il suo proprio euro con rapporto di cambio 1:1 con gli altri Stati. Infatti nel retro della moneta da 1 euro per l’Italia c’è l’uomo di Vitruvio, per la Germania l’aquilotto, per la Spagna l’effigie del Re, ecc.).
4. Moneta elettronica, emessa da una banca di proprietà dello Stato. In effetti quando il direttore finanziario di Hera Spa concorda una linea di finanziamento con una banca qualsisasi privata, questa con un click del computer emette un prestito… potendo prestare avendo come riserve solo l’1% del totale di quanto prestato. Quindi non c’è oro a copertura, non ci sono riserve… è Fiat Money… ossia moneta creata ex nihil dal nulla con un click del computer… dietro il pagamento di un interesse di circa il 3/4%. Se questo prestito fosse fatto da Banche dello Stato, verso aziende dello Stato che lavorano per fornire beni di pubblica utilità come per es. per la ristrutturazione delle Reti, o per costruire impianti di energia rinnovabile o per finanziare la ricostruzione post terremoto,… ci sarebbero tutti i soldi che servono senza lanecessità di pagare alcun debito!!!:

Ovviamente questo semplicissimo concetto non viene detto da giornali, riviste, televisioni, mondo accademico professori e sindacati, perché è di fatto la “pietra filosofale“, il giochino con cui da anni la finanza fa soldi senza di fatto fare quasi nulla… i Padroni del Discorso si sono comprati questa narrativa, e chi esce da questa narrativa è bloccato e non fa carriera.  Per brevità si rimanda al sito Azionehera.it , dove è spiegato nel dettaglio come in concreto lo Stato potrebbe aiutare le società multiutility come Hera a finanziarsi a costo zero, semplicemente emettendo moneta di Stato. Ritengo che questa innovazione finanziaria sia l’innovazione delle innovazioni, la madre di tutte le innovazioni, e che andrebbe perseguita da tutti i rappresentanti dei cittadini che si trovano ad essere rappresentanti della proprietà di aziende partecipate. 

Questo argomento è assolutamente legato al Piano Industriale, e ritengo che l’Assemblea dei Soci sia la sede naturale dove un azionista ha titolo per parlare sia come risparmiatore, come utente e cittadino di fronte ai propri rappresentanti: Hera Spa si occupa di Ambiente, ossia del territorio e delle relazioni sociali ed economiche che vi succedono sopra, e le Linee Guida devono essere promosse dallapolitica previa consultazione coi cittadini.

Riguardo il tema della remunerazione, mi permetto semplicemente di ricordare che per la circa il 50% dei contratti in valore sono regolati (n.d.r. ossia le utenze sono le collettività pubbliche come scuole, ospedali, caserme, ecc.), spesso ci si trova in regime di semi monopolio, e che i ricavi generati dalla bollette sono basati sul calcolo di tariffe che prevedono un ritorno del 7% sul capitale investito, in pratica sui costi. L’utile della società e dato dalla differenza tra quanto si decide di far pagare le bollette e quanto si decide di investire nella manutenzione ordinaria e straordinaria della rete… ragion per cui non mi pare che si sia nulla di eroico in questo, tanto più che non riesco a vedere dove sta il rischio di impresa. Mi chiedo se queste considerazioni sono tenute conto nella formulazione dei parametri che stabiliscono le politiche di remunerazione.

Per questo sostengo con decisione il percorso di crescita per competenza dell’Azienda, in quanto in una logica di impresa di produzione, con un vero rischio di mercato, allora potrebbe avere un senso riparametrare la retribuzione in funzione dei risultati raggiunti, dove l’utile è davvero un valore aggiunto generato da beni e servizi prodotti in reale regime di concorrenza. Su questo tema mi affido al garbo del Presidente, a cui rinnovo piena fiducia pur non concordando in pieno sul Governo basato sulla crescita dimensionale e sulla politica di distribuzione dell’utile attraverso i dividendi… il cui utilizzo da parte dei Comuni non sempre collima con la mission istituzionale dell’azienda partecipata che li ha generati.

VOTO: NON VOTANTE al Punto N.2 dell’O.D.G.

Nota: durante la dichiarazione di voto con il dispositivo elettronico RadioVoter, ho premuto il tasto “X” per “contrario” ma per mio errore non quello OK di conferma… quindi di fatto sono risultato “Non Votante” pur essendo intenzionato a votare “contro”. In effetti da un lato mi è dispiaciuto non aver potuto esprimere il voto per un mio banale errore, perché ritengo che il Governo societario dal punto di vista strategico debba correggere la rotta:

  1. stop alla crescita dimensionale mediante M&A, anzi semmai riduzione vendendo qualche asset;
  2. Puntare sulla crescita verticale per competenza acquisendo imprese orientate alla produzione di beni  servizi sia per la propria filiera che per quella di aziende concorrenti sul mercato nazionale e internazionale.
  3. Riduzione drastica quasi eliminazione del debito in n.8 anni attraverso una serie di precise azioni esecutive (presenti in un elenco redatto dallo scrivente Enrico Nannetti), a cominciare dalla non distribuzione dell’utile.Se da un lato mi è dispiaciuto non partecipare alla votazione -tra l’altro ho chiesto subito al Tavolo della Presidenza se fosse possibile rivotare appena il Presidente ha letto il mio nominativo come “Non Votante”, anche se questa contrarietà alla strategia attuale l’avevo già esposta votando “contrario” alla dichiarazione di voto precedente… dall’altro mi sono sentito in parte sollevato perché il voto prevedeva un parere sulla Relazione sulla Remunerazione allegata, relazione che pur avendo letto mi era risultata incomprensibile: prolissa, e priva di punti schematici chiari. Questo forse non solo al sottoscritto, tant’è vero che un azionista ha chiesto di fatto spiegazioni e maggiori delucidazioni su che cosa si stava per votare subito dopo l’illustrazione da parte del Presidente, chiedendo di fatto cosa cambiava rispetto a prima, e ricevendo una risposta che mi è parsa estremamente sintetica se non vaga. Quindi, in fondo è stato quasi meglio non aver votato un O.D.G. contenente una seconda questione di cui non se ne capiva il senso.